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mercoledì 4 febbraio 2009

Chiude Alta Roma: soddisfazione e qualità

La XIV edizione di Alta Roma, manifestazione capitolina dedicata all'Alta Moda, che paga le scelte di molti stilisti che non intendono sfilare nella capitale predilegendo Parigi o Milano, come Raffaella Curiel, si è chiusa martedì 3 febbraio con le creazioni Renato Balestra.
Bilancio comunque positivo visto il raddoppio degli accreditati rispetto allo scorso anno e alla presenza dei rappresentanti di Neiman Marcus e Bergdorf Goodman.
Le pochissime collezioni presentate hanno permesso l'utilizzo di sedi storiche prestigiose, dal Tempio di Adriano agli Horti Sallustiani.
Accanto ai nomi storici dell'Alta Moda italiana e a giovani talenti hanno sfilato le collezioni di stilisti africani del progetto "Ethical Fashion", che hanno acceso i riflettori sul lato etico della moda.

Le Sfilate

I nomi storici dell'Alta Moda italiana hanno portato in passerella creazioni dall'altissima artigianalità.
Camillo Bona (nella foto un'immagine della sfilata), che nel 2008 ha festeggiato 30 anni di attività e si è sempre ispirato all'arte per disegnare le sue creazioni, ha presentato una collezione in grado di trasformare le donne in principesse. La semplicità delle forme stà nella purezza delle linee a matita, nei tagli virtuosi e nei colori chiari e indecisi oppure forti e scuri che tracciano con precisione l'immagine di eleganza misurata, che punta sui particolari discreti e rifugge ogni eccesso.
Fausto Sarli ha portato in passerella un sogno di esotismo, in bilico tra seduzione e voluttà, ispirato al Marocco, al rosso fuoco delle colline di Ourika, all'ocra dei bastioni di Marrakech, al biancore di Casablanca, al blu Majorelle e al verde mandorla della regione del Rif.
La collezione del Maestro Fausto Sarli per la primavera-estate 2009 è un vasto mondo in cui la magia dei colori, dei suoni, dei profumi e dei materiali sollecita tutti i sensi nutrendo così il corpo e lo spirito.
Le creazioni di Guillermo Mariotto per Gattinoni sono ispirate al volo visto cme sfida, aspirazione ultima, sogno e grandeur.
Al centro della collezione della Maison per la prossima primavera-estate, dominata da una ricerca appassionata e passionale e dalla sperimentazione di tessuti e forme, una stella, i cui raggi luminosissimi sono simbolo di una risurrezione del corpo e dell'anima.
Gli abiti sono visionari, destrutturati, tagliati, come sospesi nell'aria.
Lo stilista confessa che l'ispirazione al mito di Icaro viene anche dal suo modo di concepire l'esistenza: il volo come fonte di cambiamento per tutti e l'Alta Moda come mezzo per inseguire idealità e verità.
Marella Ferrera, giovane stilista catanese che dal 1993 sfila in occasione di Alta Roma, si ispira ai suoi sogni di bambina.
In passerella quindi un omaggio alla Barbie, che proprio quest'anno compie 50 anni, con modelle ammiccanti che vestono abiti trasparenti che lasciano intravedere l'intimo, impreziositi da fiocchi, ciondoli e ortensie.
La donna di Lorenzo Riva rimanda per leggerezza alle Idriadi, ninfe dell'acqua nata tra fiori profumati, ma anche alle dee dell'Olimpo con un rimando a una delle ultime incanazioni di queste misteriose creature, ovvero Angelina Jolie, mix ideale di classico e moderno.
Lo stilista vuole fare della sua donna una "femmina" attuale che incanta gli uomini, ma non fa loro paura.
La costiera amalfitana, con la musica, il profumo di limoni e la luce del sole che si riflette sulle coloratissime ceramiche, è l'ispirazione della collezione Grimaldi Giardina.
Gli stilisti, che hanno fatto sfilare le loro creazioni su una passerella in ceramica di 27 metri, hanno portato in scena camicie over-size che diventano abito, capi spalla che si allungano e trench che si vestono di pizzo macramè, che sostituisce quello leggero ricordando l'arte dell'uncinetto.
In un periodo di crisi come questo è degna di ammirazione la scelta di ispirarsi all'antica tradizione delle famiglie meno abbienti di recuperare materiale di scarto per rivestire i pavimenti delle proprie abitazioni; e così la passerella è realizzata con mattonelle rotte e ricomposte asimmetricamente con specchi.
A chiudere questa edizione di Alta Roma, Renato Balestra, che propone una collezione vivace, allegra ma sofisticata e prorompente, cosparsa di fiori multicolori.
Le tonalità usate sono brillanti e solari, sono un inno alla felicità e all'ottimismo, e diventano magia nei tailleur e negli abiti bianchi che hanno piccoli boleri in mikado traforato verde prato.
Di sera le donne indossano abiti candidi e spumeggianti cosparsi di polvere d'argento, accompagnate da uomini in smoking con giacche bianche in broccato di seta.


Tra le rivelazioni, Gabriele Colangelo (nella foto un'immagine della sfilata) porta in passerella il contrasto fra tradizione sartoriale e tecnologia con uno stile minimale ed essenziale, ma estremamente femminile, mentre Max Kibardin si ispira ad una poesia di Pushkin, al contrasto tra Medio Oriente ed Occidente, tra ricchezza e austerità.

Le collezioni internazionali vanno alla ricerca di tessuti delle minorante etniche portate in passerella dalla vietnamita Minh Hanh all'omaggio alla carta marmorizzata di Abed Mahfouz, che ha presentato una sequenza di colori e una grande varietà di disegni applicati in diverse posizioni.
Tony Ward, stilista libanese ma italiano nell'animo, ha fatto scendere in passerella il mondo delle fate immaginando di vestire ogni donna come un Elfo dei boschi.
La donna fatata di Tony Ward è una giovane donna nel suo abito rosa pallido al suo primo ballo, ma anche una donna bella, matura e desiderabile oppure un donna d'affari in taileur dal potere magico.

Nell'ambito del progetto "Ethical Fashion" dalla moda biologica italiana di Nathu al progetto Carmina Campus di Ilaria Venturini Fendi, passando per le creazioni etniche di Kofi Ansah e Sylvia Owori che hanno portato un pezzo di Africa sulle passerelle dell'Alta Moda capitolina.

Luca Micheletto

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