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venerdì 20 febbraio 2009

"Big" di scena sulle passarelle newyorkesi

Ad aprire la lunga lista di "big" che hanno scelto New York per presentare le loro collezioni, Lacoste.
Il direttore creativo Christophe Lamaire tende a spaziare da un codice iconografico ad un altro con nonchalance.
Accanto ai must-have Lacoste come il berretto-sciarpa e le maglie barrées spicca il caban in pvc trasparente giallo acido da portare su giubbino attillato e pantalone in tinta.
Sabato 15 la presenza di grandi nomi di intensifica.
Ad aprirla DKNY (nella foto un'immagine della sfilata) con una ragazza che rivela la sua anima più chic e metropolitana in linea con lo spirito chic e bon ton ma intimamente moderno di questo show molto ben orchestrato.
In questa sfilata con un occchio allo stile e uno al business Donna Karan dimostra di avere una marcia in più.
A seguire Diane Von Furstenberg con una delle collezioni più belle ed applaudite della stilista, che assembla una serie di looks davvero giusti e femminili, senza sbavature con uno styling interessante e di forte impatto.
Il guardaroba nomade, ispirato alla Mongolia, è fedele compagno di una donna itinerante che indossa abiti a tunica sciolti e lineari, fluidi ma garbati che accarezzano le forme senza imbrigliarle.
La collezione è curata nei minimi dettagli ed esalta un glamour puro.
Lunedì 16 alle 10 scende in passerella Carolina Herrera con una Marie Antoinette sontuosamente abbigliata con tessuti dalla consistenza materica e dalla superficie riccamente lavorata.
E' una collezione che restituisce un'idea di opulenza e di ricchezza a corte che cavalca poco l'onda del trend di stagione privilegiando un messaggio very Herrera oriented come vogliono le donne della buona borghesia e della upper class sociality alla quale la stilista da sempre si rivolge.
Alle 14 è la volta di Donna Karan con creazioni femminili e volitive per una donna con un cervello per gli affari e un corpo per il peccato.
Le linee affilate del daywear, condensate nei nuovi shearling e nei coat dai colli voluminosi, cedono lentamente il passo a volumi più sciolti, che si adeguano al corpo per abiti da cocktail e da cena galante tempestati da minuscole borchie, che svelano le spalle e che hanno la scollatura esaltata da anelli foderati di pelle.
Martedì 17 in calendario un grande marchio italiano: Diesel Black Gold, con una collezione ispirata al jazz anni Trenta di New Orleans.
I tessuti sono infeltriti ad arte, il panno risulta quasi chiazzato e i gilet più sexy e generosamente scollati simulano la guepière d'antan; il tutto adatto ad una donna molto moderna che si nutre della linfa vitale della musica.
Alle 18 riflettori puntati su Max Azria che ha disegnato creazioni per una donn che guarda al passato, ma vive nel presente, proiettandosi nel futuro.
I tessuti, che riprendono i drappeggi da dea, sono facili da plasmare, con pieghe morbide avvolte attorno al corpo e a décolleté, con giochi di sovrapposizioni e asimmetrie che mettono in evidenza le gambe e le spalle.
L'uso del pizzo porta alla memoria antichi sapori vittoriani, subito ridimensionati dallo studio scultoreo delle spalle, punto focale di una silhouette altrimenti essenziale.
Allle 21 è il turno di Narciso Rodriguez (nella foto un'immagine della sfilata), scelto dalla nuova first lady Michelle Obama per vestirla nell'election week-end e in diverse altre occasioni.
La donna che scende in passerella è rigorosa e determinata con linee rigorose, clean, verticalizzate, ma tutt'altro che essenziali.
La silhouette, fasciata da tessuti stretch e malleabili, è resa armonica da sottili drappeggi ed enfatizzata dal colore all over o da fantasie grafiche dai contrasti decisi che permettono allo stilista di rimanere fedele al suo stile.
Fuori calendario una rilassata sfilata Philosophy by Alberta Ferretti.
La stilista si è ispirata alle ragazze di oggi dall'anima soft e rock al tempo stesso, ma anche dalla pittura di Francis Bacon che evoca certi cromatismi accesi, il tutto ripensato alla luce di un decorativismo certosino e onnipresente, come sostiene la stessa Alberta Ferretti nel suo atelier di Park Avenue.
Sempre fuori calendario Marc Jacobs che ha fatto scendere in passerella una maliarda rutilante ed esplosiva, molto pop.
La silhouette, strutturata e scultorea ma nche decisamente sciolta, rimanda agli anni Ottanta, così come pure le linee che prediligono tagli sbieghi che enfatizzano le curve.
L'intero show è dedicato ad una party girl iconica e nottambula che ama esibire casacche di broccato lamè e gonnelline a corolla metallizzate.
Mercoledì 18 di scena Michael Kors con tacchi scultorei, linee affilate e volumi design.
Una collezione molto sexy dove le scollature sono definite da tagli grafici e da divertissement sartoriali dagli accenti geometrici.
Gli abiti e i coat di tweed chinè e di lana mélange sembrano disegnati con la squadra e il compasso mentre i tailleur gessati da executive woman hanno giacche dalle falde asimmetriche.
Molte le pellicce fluffy di volpe coloratissime mentre i caban di cachemire si abbianno a colbacchi Aspen style.
Di scena giovedì 19 Calvin Klein, in cui direttore creativo Francisco Costa, ispirato dal suo viaggio in New Mexico, ha portato in passerella un notevole lavoro sperimentale sul tessuto e sul colore, tutta la gamma dei neri, intecalati da alcuni sprazzi di giallo acido e verde malachite, con risultati sorprendenti.
A seguire Custo Barcelona che ha cercato di interpretare il messaggio ecologico in chiave glamour riproducendo sui tessuti i motivi del manto di certe specie di volatili o maxi pietre di minerali grezzi che evocano una nuova cristalloterapia.
I volumi sono sottili e molto strutturati, molto moderni.
A chiudere la penultima giornata dedicata alle collezioni per il prossimo autunno-inverno Zac Posen, che ha voluto ispirarsi al glamour travolgente delle dive anni Quaranta con accenti vittoriani.
Le creazioni sono un'odea ad un lusso d'altri tempi, perfette per una maliarda che vive perennemente sotto i riflettori.
La silhouette, molto sensuale e scultorea, sembra un omaggio a certe collezioni anni Ottanta di Emanuel Ungaro.
Lo show, davvero scenografico, è accompagnato dalle note di un quintetto di pianisti.
Utimo giorno per il grande Ralph Lauren (nella foto un'immagine della sfilata) che ha portato in passerella una storia ambientata in un castello inglese, con atmosfere anni Venti.
I due show della Maison hnno visto sfilare una castellana sempre impegnata in grandi ricevimenti, che sfoggia eteree pellicce di Mongolia o cappotti di montone ricamato oppure un più pratico tre pezzi maschile (pantalone, giacca e gilet) ma con bottoni gioiello.
Infine fuori calendario la sfilata di Oscar de la Renta che non smentisce la sua fama di couturier prediletto dall'élite WASP newyorkese.
Le donne dello stilista sono ladies di sangue blu con acconciature perfette e tailleur di tweed he non fanno una piega, con abiti asimmetrici drappeggiati e alte cinture laminate, con gilet duvet animalier, con pellicce rasate, con abiti decorati da nastri e dalle forme a pouff in tinte solari e maniche importanti, costante della stagione.
Luca Micheletto

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