
La collezione è composta da abiti in fluido poliestere che traggono spunto dalle lacche giapponesi Urushi, da creazioni di ispirazione geometrica realizzati in trama utilizzando la tecnica dell'A-poc e da una serie di capi reversibili giocati sul contrasto di luci e ombre ma anche di cromie scure e acidule o smaglianti.

John Galliano riesce a creare una collezione leggera basata sull'orientalismo di Paul Poiret portando in passerella pantaloni da harem, ricchi broccati dorati e influenze asiatiche in generale.
Il risultato sono creazioni per donne normali, in grado di affascinare la stampa di moda e contemporaneamente raggiungere tutti i mercati globali.

Sulla passerella una splendida Pamela Anderson, già apparsa nella campagna pubblicitaria della Maison con Dame Viv e suo marito Andreas Kronthaler.
Di scena anche momenti di propaganda politica come il simbolo "+5" sulle T-shirts per spingere a consumare meno.

A prima vista sempre esserci qualcosa che evoca gli anni Quaranta con abiti sobriamente chic per una passerella concreta e non particolarmente glamour.
Ma, e forse in questo stà la parte parigina, lo stilista rifiuta di cadere nella banale austerità in quanto l'inclinazione naturale di Alber Elbaz è di far sentire le donne allegre.

Lo show sembra quasi estremo, come d'altra parte è nell'indole di Mr Margiela, fatto di donne che inizialmente indossano solamente reggiseni e gonne dai colori vivaci e gradualmente si vestono maggiormente.

Lo stilista ha scelto una formula molto meno esuberante di quella di Martin Margiela celebrando la dualità delle donne.
La scelta del colore rosso ad accendere il predominante nero è stato spiegato da Mr Yamamoto al termine della sfilata con un duplice significato: rosso come sangue e pazzia.
Luca Micheletto
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